domenica 23 marzo 2008

MariaLuigia

Marialuigia

( Nata in Abruzzo migrante in Italia e poi in Grecia dove è vissuta qualche decennio, dedicandosi al processo educativo dei due figli maschi Stavros e Konstantinos. Ri-tornata in Italia da qualche anno, si è fermata a Bologna . Di se stessa dice: “ sono figlia del mare, mi sento Cassandra, spesso piango come Ariadni abbandonata, ho tessuto la mia tela come Penelope, ho camminato sull’Olimpo come le Dee per poter capire, dall’alto, che l’avventura della vita va vissuta fino in fondo, col sorriso delle contraddizioni, con la tenerezza del sogno e la discrezione di chi si vela il capo perché l’anima non venga penetrata da sguardi ")


DONNE DI GRECIA


Vi ho viste
arse
al sole
brucare
la vostra tela
come capre.
Pelle color d’oliva
curve
a chieder perdono
zolle da calpestare
occhi di terra
che sgretolano sguardi
gonfi di misteri,
donne di Grecia.
Nere come una preghiera
detta a dio con il cuore amaro
scolpite dalla lama di un coltello
affilato e sapiente
mute come le antiche statue
che ironizzano la vita
e ti chiudono in bocca ogni domanda.

ESULE


Solitario scherzi
con il pianto
della chitarra
occhi immensi
silenziosi
prati
nell’orizzonte della sera
lamento di marinaio.

Conosce l’inganno
la pena dell’esule
eternamente sconfitto.

Col naufragio di Itaca
il sogno si perdenel mare salato.

PENELOPE


Penelope,
ti hanno mai detto
l’inganno vissuto
le lacrime inutili
spese
tessendo una tela
per chi non voleva tornare.

Ti hanno parlato di Circe
delle mille sirene
immobili
bionde
su scogli spumosi
al sole
vergini nude
del mare salato.

Aspettare
era un sogno
quel tuo figlio
t’ha dato coraggio

Ma ancora aspetti vent’anni.

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