venerdì 26 giugno 2009

MADRI IMMIGRATE E FIGLIE FEMMINE

La specificità di Annassim è stata da sempre sviluppare azioni positive con le donne migranti legate prima di tutto alla relazione fra donne : lavoro difficile, complesso non privo di difficoltà – date le empatie che spesso si creano- ma che ha dato i suoi frutti
Le donne immigrate , imparando a conoscere le native si sono fidate e facilmente hanno con-fidato i loro problemi e le loro difficoltà . Ne abbiamo parlato con affetto stima ma anche competenza professionale , senza improvvisarci assistenti sociali- psicologhe o tanto meno sostituirci ai servizi di assistenza.

Le donne sono mezzo indispensabile per arrivare a comunicare con i-le figli , e noi siamo convinte che lavorare sulle cosiddette “ seconde generazioni” significhi anzi tutto lavorare con le donne e fare sostegno alla funzione genitoriale .

Abbiamo trascritto, parti delle discussioni realizzate in incontri e in seminari di scrittura, e raccolte in dispense che sono disponibili per chi fosse interessato
la nostra analisi su quanto abbiamo sentito e conosciuto delle donne migranti –madri è questa
Le donne avvicinate al 90% sono arabe provenienti da Egitto, Tunisia, Marocco, Iraq
da alcuni anni in Italia per ricongiungimento familiare
Come ha affermato una di loro “ sono emigrati i loro corpi ma non i loro pensieri e i loro sentimenti “ – per loro è difficile pensare ad una “integrazione “nell’accezione semantica di tale termine. Sarebbero pronte a ri-tornare al paese di provenienza se ci fossero le condizioni di sicurezza e sopravvivenza …
Portano addosso però una doppia contraddizione – le difficoltà a vivere bene nel nostro paese , la speranza di costruire un futuro migliore per i propri figli, di riuscire a cogliere le opportunità che nonostante tutto l’Italia offre loro, il volere una emancipazione per i figli soprattutto attraverso lo studio, e il desiderio perenne di ri-tornare al paese di provenienza.
Per loro affermazione –in questa terra si sentono sempre- “ straniere” e spesso sentono un senso di estraneamento anche da parte dei figli-e . Sono queste le situazioni in cui maggiore è il conflitto con i figli: alcuni arrivati in Italia piccolissimi e ormai maggiorenni , altri nati in Italia.

Costanti positive presenti in tutte :
1-il riconoscimento del valore dell’istruzione, della cultura , del senso dei diritti, della democrazia che vorrebbero che i loro figli – sia maschi che femmine-assorbissero in pieno
2 il voler trasmettere il senso di appartenenza e le radici della cultura dei genitori , compresa la conoscenza della lingua madre
E’ come se tali donne, alcune delle quali con scarsa scolarizzazione , vedessero ,proiettandosi soprattutto nelle figlie femmine , un loro processo di emancipazione attraverso lo studio, e l’acquisizione di titoli accademici . In tutte abbiamo riscontrato la consapevolezza e il bisogno che la donna venga riconosciuta e rispettata oltre che come persona , anche per il suo valore culturale e per l’acquisizione di competenze professionali moderne.

Per noi tali consapevolezza e aspirazioni sono di per sé un grande successo, nel processo migratorio e nell’acquisizione di una maggiore autostima – COME DONNA , più attrezzata nel ruolo genitoriale


MADRI IMMIGRATE E FIGLIE FEMMINE

Da libere conversazioni con donne provenienti da altri paesi e con donne italiane che hanno sposato un uomo “ extra comunitaro” sulle strategie messe in atto, nei processi educativi delle figlie femmine


HEND .AMED
28 anni -nata al Cairo – sposata con un italiano musulmano –
Madre di Mariem 11 anni e Omar 10 nati in Italia. In attesa di un terzo figlio

…Non temo particolarmente per il futuro dei miei figli . Sono convinta che il fondamento di una crescita solida sia la famiglia. Ritengo fondamentale il ruolo della madre. E’ quella che sta più a lungo con i figli , ma è fondamentale che i genitori siano in armonia, che non ci siano litigi e conflitti fra i due perché i figli vivano sereni e apprendano il modo di stare al mondo .
Io mi posso considerare fortunata in questo ruolo di madre , me la sono cavata sempre bene , e dire che mi sono sposata che avevo 16 anni . A quell’età sono arrivata in Italia dall’Egitto. Ho sposato un italiano – il mio attuale marito- per amore e avere vicino quest’uomo biondo con gli occhi azzurri che si occupava di me – mi ha dato subito un senso di sicurezza.
Non sapevo nulla della vita, anche la gravidanza mi rendeva felice ma mi sembrava un gioco. Ho appreso subito, una volta diventata madre , dalle amiche, dai parenti di mio marito. le regole del mio nuovo ruolo .
Si può dire che sono cresciuta con i miei figli- ho giocato e gioco molto con loro e questo credo li abbia aiutato molto a vedermi come un riferimento sicuro, anche se loro sono molto legati anche al padre. I miei figli non hanno avuto mai problemi di inserimento a scuola, parlano e scrivono italiano come parlano arabo
Ci tengo che in loro sia presente il filone di cultura da cui provengo , anche se io mi sento italiana e so che non ritornerò più in Egitto, se non per vacanza . adesso ho anche la cittadinanza italiana .

Io non uso metodi diversi nella educazione del maschio e della femmina . Non credo che si debba avere particolare attenzione per alla differenza . Devono essere ben educati entrambi nel comportamento, nel rispetto degli altri e nelle regole del vivere civile. La bambina è più studiosa , più ordinata , più diligente e questo le procura molto rispetto da parte dei compagni e molta considerazione da parte degli insegnati. Ma ci tengo che anche il maschio sappia fare le faccende domestiche. Ne guadagna lui in senso di libertà e autonomia .Non può dipendere da una donna per vivere , per fare da mangiare , per mettere in ordine la sua stanza etc , come ci tengo che Mariem studi , si prepari per una professione di una certa considerazione sociale. Per lei prima che il matrimonio voglio una autonomia intellettuale culturale ed economica. Sul suo eventuale marito non ho pregiudiziali. Non penso debba essere per forza italiano o egiziano, spero solo possa essere una persona seria , corretta, che la rispetti. Mia figli deve contare anzi tutto su se stessa e mettere a fuoco tutte le sue qualità positive che sono anche molte. Un uomo puoi anche perderlo ma te stessa con il valore della intelligenza della cultura e del saper affrontare la vita NO : è un bene che ti rimane per sempre

Sia io che mio marito educhiamo i figli nei sani principi religiosi, dentro le regole dettate dal Corano loro possono trovare la giusta strada e un equilibrio di vita . Sono i principi che mi hanno
dato e mi danno la forza di andare avanti anche nei momenti difficili. Assieme a questi VALORI, loro devono avere uno spessore culturale frequentando tutte le scuole che questo paese offre.
Ecco vorrei proprio che riuscissero a prendere la laurea e a fare quel percorso di studi che per me è stato impossibile .
Per la mia maturazione hanno contato l’esempio e gli insegnamenti di mia madre , ispirati al Corano e ai suoi sacrifici, in una realtà di grande povertà, a lavorare duro per consentire a noi 5 figli di vivere, il resto è stato la vita stessa ad insegnarmelo e il contatto con questo paese che è l’Italia
La miseria e la vita difficile in Egitto sono stati la mia Università: la palestra di vita , che mi fanno desiderare che anche i miei figli vivano ispirandosi ai principi religiosi dell’Islam , anche se penso che non mi opporrei mai alle loro scelte di vita , per il grande rispetto che ho della libertà che ogni essere umano dovrebbe avere



SONGUL ABDULLHA

39 anni -nata in Iraq da padre iracheno e madre turca, ha sposato un curdo
Madre di due maschi ( 18- 12 anni) e di una femmina ( 6 anni )

….Io sono molto felice di vivere in Italia, questo pese ha molte cose belle , offre molte opportunità e poi mi ha salvato la vita. Non mi stancherò mai di ripetere questo ai miei figli. Loro , soprattutto i maschi hanno una gran capacità di sdoppiarsi , è come se avessero due personalità senza essere schizofrenici . Se sono a scuola , in mezzo agli altri a giocare sono italiani , parlano italiano seguono le regole civili di questo paese, appena entrano in casa “ salam alicum” parlano in arabo e sono tutt’uno con me e il padre .
Io li vedo sereni , a scuola sono bravi, parlano bene l’italiano, hanno buoni rapporti con i compagni , rispettano e sono rispettati , ma quando capita - anche nelle discussioni che fanno a scuola durante le lezioni, se non sono convint del contrario di quello che gli insegnanti spiegano, i esprimono il loro punto di vista con forza .. Per esempio l’insegnante parlava della teoria evoluzionista di Darwn e mio figli A. ha contestato dicendo che non poteva accettare che l’essere umano discendesse dalle scimmie , convinto come è che l’uomo è stato creato da Dio.
Lui crede fermamente nei principi del Corano e non può scegliere , in questa fase della sua vita, fra due principi autorevoli. Io non mi pongo molto il problema , credo che la cosa importante per loro sia avere delle certezze e dei punti di riferimento non discutibili . Da adulti avranno maggiori strumenti per conciliare i principi scientifici con i principi religiosi e faranno le loro scelte . Adesso a loro servono certezze serenità affetto e soprattutto il sostegno della famiglia . Sono convintissima che la famiglia sia fondamentale nell’acquisizione della loro sicurezza , nel loro equilibrio, nella formazione della loro identità.
Io ogni sera leggo ai miei figli una favola, una storia, un qualche scritto che esprima un messaggio morale, che illustri un qualche elemento ideale pregno di valore etico , che li aiuti a riflettere e a crescere .
Mio marito gioca molto con loro anche a pallone, e questo piace anche agli altri bambini del quartiere. Fanno squadra con un adulto che si diverte come loro ma nello stesso tempo è una persona su cui possono contare e sulla quale ripongono fiducia e stima .Quando i nostri figli non sono al campetto sono gli altri compagni che lo vengono a chiamare . E questo mi sembra molto bello. Io noto, con rammarico che molti bambini, soprattutto figli di immigrati, non sono mai con i genitori , soprattutto che questi non giocano mai con loro, anzi spesso i ragazzini sono soli tutto il giorno.

Anche i principi religiosi espressi nel Corano sono fondamentali per una sana crescita . A cominciare dalla preghiera . Le varie fasi della preghiera, per esempio, servono ad organizzare il tempo che è prezioso e non va sprecato.
E’ come dare un senso alla giornata assieme allo studio, specialmente quando si è molto giovani è importante avere una organizzazione di questo tipo
I miei figli studiano molto , se hanno un libro nuovo in mano non lo lasciano se non l’hanno finito di leggere
E’ importante che conoscano bene questo paese perché si sentano parte di esso . Se lo sentono come il loro paese non potranno mai parlarne male o comportarsi male contro i suoi abitanti .
Un giorno mio figlio di 12 anni , forse in seguito a discorsi sentiti fra i suoi amici torna a casa e dice”…però questi italiani…”
Lo riprendo subito e gli dico “ non parlare mai più così – ma lo sai che questo paese ci ha salvati ? ci ha dato tante opportunità, nessun paese arabo è stato in grado di accoglierci e permetterci di sfuggire alla guerra e continuare a vivere sani e salvi . .. “ Si- in Italia ci sono tante opportunità soprattutto per gli studi, anche se temo che negli anni futuri con la riforma Gelmini la qualità della scuola possa peggiorare e ridursi al livello della scuola in Iraq.

Sono sicura che in Italia, i miei figli potranno conseguire delle lauree forti ed essere qualificati sul piano professionale . Loro parlano correttamente l’italiano, l’arabo, il turco e l’inglese , ma il nucleo fondamentale della loro formazione è la famiglia .Se sono forti per gli insegnamenti e i valori che trasmettiamo loro , trovano in se stessi gli strumenti per riconoscere e contrastare i pericoli che la società offre loro

Nonostante la sua giovane età , ho delle avvisaglia che mi verrà più difficile educare la femmina. Lei è nata in Italia e nonostante la famiglia e i frequenti viaggi in Iraq e Turchia dove vivono molti nostri parenti , risente molto delle sollecitazione delle sue compagne. Figurati che ha solo sei anni e chiede sempre vestiti nuovi , scarpe firmate …E’ un modo per essere “ pari” forse …. Naturalmente non posso accontentarla, le devo spiegare con calma, ogni volta che fa una richiesta di questo genere, cosa questi suoi desideri omologati e consumistici significano .

Con i maschi ho meno problemi sono già critici nei confronti di certi comportamenti giovanili o su un certo modo di vestirsi. Istintivamente, non approvano, ad esempio, che le ragazze vadano in giro con l’ombelico scoperto o che dai pantaloni si intravedano le mutande, eppure sono molto rispettosi dell’altro sesso e non lo sovrasterebbero mai.

Io penso che nel mio ruolo di mamma un punto fondamentale sia , contribuire a far sentire sempre più italiani i miei figli, perché solo amando questo paese possono cogliere tutte le opportunità che offre loro e contribuire anche, al suo sviluppo democratico e sociale.
Per questo anche io amo l’Italia e mi sento italiana anche se non posso rinnegare la mia identità di donna irachena di cui sono molto orgogliosa


4 Febbraio 2009
SANDRINE KOUHON
31 anni, viene dalla Costa d'Avorio (dalla capitale, Yamoussoukro) , è in Italia da molti anni.
In Costa d'Avorio ha conseguito la maturità
In Italia, ha lavorato come operaia in fabbrica fino a quando è rimasta incinta di suo figlio ed ha dovuto lasciare il lavoro. Ora è alla ricerca di un lavoro.
E' sposata con un uomo proveniente come lei dalla Costa D'Avorio, operaio a Bargellino. Il marito non la aiuta per niente a casa, “ è uno di quegli uomini che pensano che il posto dell'uomo sia sul divano” e che sia la donna a doversi occupare della casa e dei figli. Specialmente da quando Sandrine ha lasciato il lavoro, non fa più niente, “è proprio pigro” e se fa qualcosa “lo rinfaccia per anni”.

Sandrine ha un figlio maschio, di 15 mesi, nato in Italia. Va al nido, dove Sandrine si è accordata perché possa stare fino alle sei, ma per ora, finché non trova un lavoro, lo va a prendere verso le quattro. Il nido è fondamentale per lei, perché non ha altri aiuti: ha dei famigliari qui, ma ognuno ha i propri figli di cui occuparsi. Il personale del nido è molto gentile e disponibile, e lei “ha contrattato” con loro molti aspetti del trattamento del figlio, perché ha le idee chiare su come vuole che sia educato. Inoltre, dato che è al primo figlio, quando ha dubbi o ha bisogno di consigli dovuti all'inesperienza si rivolge a loro. Altre volte sono le educatrici che la chiamano per consigliarle qualcosa (ad esempio, è stato così per il biberon, perché era ora che smettesse). In questo, quindi, il nido è un riferimento, che sostituisce un po' il sostegno della famiglia, ora lontana.
Sandrine è molto pessimista per il futuro di suo figlio in Italia, ed anche per il proprio. Per questo il suo progetto è quello di portare il figlio da sua madre in Costa d'Avorio, perché cresca lì. Con quello che Sandrine e suo marito guadagnano, qui farebbero fatica, mentre in Costa d'Avorio potrebbero permettersi di farlo studiare (un aspetto molto importante per lei) nelle migliori scuole, anche in quelle francesi. E poi qui è molto più difficile crescere i bambini, i genitori sono troppo poco autoritari, e i figli crescono maleducati, dicono tantissime parolacce e sono capricciosi. In Costa d'Avorio si educa con molta più autorità, quando c'è bisogno si usano anche i “metodi forti”, quando ci vuole la sberla la si dà. E poi non appena i bambini non sono sotto controllo, vengono a contatto con modelli negativi: ci vuole moltissima attenzione per evitare che li seguano, bisognerebbe star sempre loro dietro e spesso neanche questo basta. Sandrine vede tutta la fatica che fa sua cognata. Inoltre, è sicura che suo figlio avrà molte meno difficoltà a crescere lì “con quelli della sua razza”, mentre qui è così difficile integrarsi e farsi rispettare. Un altro motivo di grande pessimismo è la crisi economica. Quindi sta solo aspettando il permesso di soggiorno (che è trattenuto in questura) per poter andare a portare il figlio in Costa d'Avorio.
Sandrine ha un progetto ben preciso: si sta costruendo una casa in Costa d'Avorio, e non appena l'avrà finita ed avrà messo da parte abbastanza soldi per poter aprire un'attività in proprio, tornerà là.
Sandrine è protestante, è per lei la fede è molto importante anche nell'educazione di suo figlio. Si impegna molto nell'educazione del figlio, per far sì che lui cresca con dei forti valori, tra cui quello della fede. Ma, se lui sposasse una ragazza di un'altra religione, non sarebbe un problema, l'importante sono l'affetto e il rispetto.
Riguardo le differenza di educazione maschile e femminile, per Sandrine ci sono notevoli differenze. Soprattutto, il maschio è quello che se ne andrà, una volta adulto e sposato, perché si dice che la moglie attrae verso di sé tutte le attenzioni del marito, è quella che comanda. La femmina, invece, sarà quella che in futuro continuerà a prendersi cura dei genitori.